Leggere poesia è un viaggio di libertà verso le idee e i pensieri che non hanno limiti e confini, anche in questo momento: leggete che cosa pensa Luigia di Piume di Ghiaccio...
L’autrice della raccolta di poesie Piume di ghiaccio, Monica Buffagni, è scrittrice e autrice di numerose recensioni e commenti su volumi, produzioni, scritti letterari e poetici e non solo su varie testate online e sta vedendo, per le proprie opere, un interesse crescente, anche a livello internazionale, tanto che suoi versi sono stati tradotti in altre lingue e diffusi in altri paesi. In questo volume troviamo anche il tema della parola poetica e anche il tema della lingua come strumento di dialogo e di confronto con l’altro da sé.
Le poesie di Monica sono pienamente coerenti con quello che è il senso della poesia lirica che, nella sua essenzialità, è l’espressione di un sentimento concentrato in un unico momento. La lirica non è narrazione, né descrizione, e nemmeno considerazioni più o meno logiche. La lirica è intuizione.
Leggendo le poesie, emerge come i contenuti non siano tanto da comprendere didascalicamente, quanto, invece, sensazioni da cogliere, da cui lasciarsi prendere e in cui riconoscersi.
Possiamo dire che la poesia è cercare dentro se stessi per incontrare l’altro, è un colloquio in cui un io e un tu interagiscono e cercano unità nel loro essere. Tale ricerca è uno dei temi portanti di questa raccolta.
Decisamente interessanti risultano i frequenti ossimori; li troviamo particolarmente riusciti in “Dicembre notturno”, “Fine estate” e “Io che sono neve”. Suggestive e significative sono le allitterazioni, specialmente in “L’odore del vento”, che restituisce nella ripetizione verbale un’idea di intensa libertà, e le sinestesie.
Questi componimenti sottolineano suoni, colori e potenza delle parole, come chiave comunicativa del linguaggio poetico, come viene ricordato nel verso “arrotolo i colori delle parole” di “Frammenti d’acqua”.
Di Luigia Pantalea Rovito
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